di Simone Marletta
ALAIN DE BENOIST, La fine della sovranità – Come la dittatura del denaro toglie il potere ai popoli, Arianna editrice 2014 (pp. 127, prezzo: 9,80 euro).
Inauguriamo con questo articolo una sezione dedicata a temi culturali. Il nostro proposito è quello di recensire un libro al mese, scegliendo fra quei testi che riteniamo possano essere importanti per la formazione e per fornire informazioni rilevanti ai nostri militanti. Iniziamo con il recensire un testo di un autore che consideriamo molto importante nel panorama culturale attuale quale è lo scrittore francese Alain de Benoist. Si tratta di La fine della sovranità, testo uscito in traduzione italiana nel 2014. De Benoist sviluppa in questo saggio quegli argomenti critici contro l’ideologia liberale e contro il cosiddetto “turbocapitalismo”, che aveva già utilizzato in un suo precedente saggio: Sull’orlo del Baratro – Il fallimento annunciato del sistema denaro, Arianna 2012.
Secondo de Benoist la logica del “turbocapitalismo” spinge inesorabilmente verso la distruzione di tutti quei limiti che non siano funzionali all’infinito accumulo di capitale. Nella storia del capitalismo occidentale uno spartiacque sarebbe costituito dalla crisi petrolifera del 1974-75, che avrebbe sancito il passaggio da un capitalismo “fordista”, in cui un occhio di riguardo andava al reddito ed al benessere dei lavoratori, in quanto essi sono al tempo stesso consumatori, ad una forma “finanziarizzata” di capitalismo in cui le protagoniste assolute diventano le borse e quindi le attività di speculazione, ossia di creazione di denaro a partire dal denaro. I guadagni che l’attività speculativa consente sono infatti molto superiori rispetto ai guadagni che si hanno investendo nelle attività produttive.
Ma così facendo, dice de Benoist, si sono avuti, come esiti inevitabili, la deindustrializzazione, la precarizzazione del mondo del lavoro e l’esplosione del debito, sia pubblico che privato. Indebitandosi gli Stati hanno perso la possibilità di essere sovrani del proprio destino. Qui noi possiamo soltanto accennare agli argomenti utilizzati dall’autore francese, massimo esponente della cosiddetta “Nuova destra francese”, ma chi leggerà il libro troverà una spiegazione molto chiara del modo in cui progressivamente i grandi centri della finanza internazionale, e quindi le grandi banche, agenzie di rating, ecc…, siano riuscite a fare indebitare sempre di più gli Stati europei. L’indebitamento è per costoro uno strumento essenziale per porre sotto tutela gli Stati e per spogliarli progressivamente dei loro beni (leggasi “privatizzazioni”…).
Come possiamo noi italiani non dare ragione a de Benoist? Come possiamo negare che l’azione dei governi “Monti-Letta-Renzi” si muova proprio nella direzione tracciata dal “turbocapitalismo” e quindi porti attraverso l’indebitamento alla spogliazione delle ricchezze materiali e immateriali (cioè culturali) dell’Italia? Le misure di “austerità” di questi governi (tagli alla spesa pubblica, riduzione degli stipendi, aumento della tassazione, privatizzazioni, attacco ai diritti dei lavoratori (job act)) hanno aggravato la situazione del debito pubblico italiano oltre ad aver depresso la nostra economia.
Ma de Benoist, che è un intellettuale vero, e non semplicemente un disfattista o peggio ancora un cameriere dei poteri forti (come ce ne sono tanti che scrivono sui nostri giornali e che insegnano nelle nostre Università), non si limita a fare una analisi dei problemi, ma indica anche delle possibili vie di uscita che qui, ancora una volta, possiamo soltanto elencare: rinazionalizzazione delle economie, ritorno al controllo dello Stato sulle banche centrali, progressivo ritorno alle monete nazionali, ecc… In una parola de Benoist indica nel recupero della sovranità (monetaria, politica, economica) l’unica via di uscita dalla crisi attuale.
Insomma in conclusione riteniamo che questo testo sia fondamentale per tutti coloro che hanno a cuore le sorti della propria patria, perché indica con chiarezza i protagonisti e le strategie impiegate da quelli che sono i veri nemici dei popoli europei, che in nome del “Mercato” hanno in progetto di ridurli in schiavitù.
Simone Marletta (Responsabile del Dipartimento Cultura “Fratelli d’Italia/AN Trentino”)
Da: La Spada di Damocle n. 1 – agosto 2015