La Penna Nera
Mettere la testa sotto la sabbia e far finta che tutto vada bene, questo sembra essere il piano politico di una classe dirigente che, aimè, è stata riconfermata anche alle ultime elezioni comunali. I casi sono molti, a cominciare dalla questione “life ursus”, dopo l’ennesima aggressione di qualche settimana fa e gli avvistamenti dei giorni scorsi nei pressi di Martignano, il sindaco Andreatta e tutto il suo entourage restano silenziosi, fedeli al modo di fare del buon Andreatta, tengono lo sguardo basso, evitano il confronto e se ne stanno inesorabilmente zitti, forse nella speranza che la gente di dimentichi del pericolo e successivamente si dimentichi anche del loro immobilismo.
Questo immobilismo, questo modus operandi di non prendere mai una direzione chiara e decisa, di rimandare sempre il confronto con i problemi, ci porterà inesorabilmente allo sfascio e se pensiamo a quanto vanno orgogliosi i nostri “amministratori”, di tutti i risultati d’eccellenza della nostra città, (è di questi giorni la conferma per esempio degli ottimi risultati nella raccolta differenziata), non possiamo non ricordare loro che, nella maggior parte dei casi, questi risultati non sono frutto del loro “lavoro”, ma di quello dei trentini, che a testa bassa e con coscienza civile, fanno senza chiedere i meriti che spetterebbero loro, che con tanta disinvoltura si prendono invece gli uomini dallo sguardo basso del sindaco Andreatta.
Sulla sicurezza la musica non cambia, sembra di sentire una sinfonia del silenzio che è stata già scritta in città a trazione PD, come Venezia: invasa da ogni sorta di disperati e delinquenti, la maggior parte stranieri, ma anche italiani, sicuri dell’immobilismo e della miopia delle cosiddette “amministrazioni” di sinistra che si sono succedute negli anni, e che ora tengono in ostaggio la città più bella del mondo. Bande di nord africani che accerchiano i turisti in Piazza San Marco, si offrono di fare loro una foto ricordo con il loro cellulare e poi pretendono il pizzo di 20 € per restituirglielo, oppure metteno il grano in mano ai bambini per farli circondare dai piccioni e poi, sempre con la tecnica dell’accerchiamento, costringono i genitori a sganciare 10 € per il “servizio”, ma non solo: furti, estorsioni, risse furibonde, cittadini costretti a rimuovere le cassette della posta esterne ai palazzi, perché utilizzate dagli spacciatori come “magazzino” per le dosi di droga e questi sono solo alcuni esempi di ciò che è diventata una Venezia amministrata dalla sinistra.
Con la vittoria del centro destra, rappresentato da Brugnaro, questa musica inizia a cambiare, le prime note che suonano la riscossa di una città che vuole riappropriarsi della dignità che gli spetta, stanno già risuonando per le strade di Mestre e le calli di Venezia, ma le macerie sono molte e dubito che sarà un’impresa facile quella di risanare una città così allo sbando.
A Trento sentiamo solo le prime avvisaglie di questo inesorabile declino, forse anche per questo tanti, troppi trentini non hanno voluto rischiare il cambiamento di rotta, ma vogliamo veramente fare la fine di Venezia? Vogliamo veramente diventare ostaggi di veri e propri banditi? Per quale motivo poi? Perché il sindaco e i suoi fidati amministratori, si ostinano a mettere la testa sotto la sabbia per non vedere i veri problemi della città? E badate bene, non stiamo parlando solo dei problemi attuali, ma di quelli futuri, è quello che manca a questa classe dirigente: agire oggi per assicurare un futuro migliore domani, ma in fin dei conti perché dovrebbero farlo? Un amico lo piazzano qui, un altro lì e poi, al momento del voto, bussano alle porte e riscattano i favori, la triste verità di una Trento stritolata dagli struzzi.
Da La Spada di Damocle n. 1 – Agosto 2016