La solidarietà è un valore non un vanto politico

di Penna Nera

Tutti noi, leggendo i giornali, ascoltando le interviste ai politici e vivendo la quotidianità, abbiamo pensieri inconfessabili, qualche volta ce li lasciamo sfuggire in qualche post su facebook, ma in linea di massima li teniamo dentro, perché “non è politicamente corretto”, perché abbiamo paura del giudizio degli altri, che spesso la pensano come noi, ma non hanno il coraggio di dirlo.

Penna Nera nasce per questo: per mettere nero su bianco quei pensieri, quelle opinioni, quei dati di fatto che in una società come la nostra, sempre più basata sull’apparenza piuttosto che sulla sostanza, non abbiamo il coraggio di scrivere a chiare lettere.

E’ appunto leggendo le notizie di ieri che mi sono soffermato su un articolo che arriva dal Veneto: una coppia di anziani si suicida all’ospedale all’Angelo di Mestre, non volevano essere di peso alla famiglia.

Sono quelle notizie che ti creano un vuoto nel cuore, che personalmente mi fanno impazzire pensando “siamo sicuri che non avevano alternative? Perché arrivare ad un gesto così estremo, seppure per un estremo amore?”, continuando a leggere la storia dei protagonisti, scopro che il marito ha vissuto una vita difficile, in cui ha combattuto e vinto, anche contro la burocrazia e il cinismo della politica “italiota”, trovando nell’arte e nella religione, la via per sopravvivere alle ingiustizie subite.

E ora, schiacciato dall’età, dalla malattia, dagli anni di impari lotte contro un sistema che dispensa a parenti e amici, ma nega a chi ne ha veramente se lo merita o ne ha bisogno, è arrivato alla conclusione che la sua morte potesse essere l’unica via di salvezza per i suoi cari, per liberarli dal peso di assistere due anziani.

Come non pensare a tutto il fervore umanitario che spinge i nostri amministratori a elargire somme sempre più elevate, per far fronte ai bisogni e alle richieste dei clandestini che sbarcano ogni giorno in Italia? Certo, sono due cose diverse apparentemente, ma se ci pensate non poi così diverse: si tratta sempre di solidarietà, di quel senso di abbandono da parte della Società, che non dovremmo mai provare, ma che troppo spesso proviamo.

Perché quindi è giusto difendere a spada tratta i milioni di euro destinati ai clandestini, ma non si fa nulla per rafforzare e rendere più vera una politica di assistenza sociale per gli italiani? Perché dobbiamo sempre far finta di essere dei grandi filantropi, pronti a sfamare il mondo, quando non abbiamo il pane da mettere in tavola ai nostri figli? Perché va di moda, ecco perché. Perchè fa bello condividere la foto del bambino morto sulla spiaggia, fa molto “ben pensante”, “sensibile ai problemi del mondo”, ma poi quando incrociamo la nonnina del piano di sopra, che è sola e vorrebbe passare cinque minuti a chiacchierare, allora non abbiamo tempo per lei e la evitiamo.

Perché un “like” e un “condividi” in Facebook non ci impegnano veramente, ci fanno apparire buoni e giusti e tanto basta: apparire.

Leggeremo ancora notizie come quella dei due veneti di ieri, magari un giorno sarà la triste storia della vecchietta del piano di sopra, che evitiamo da anni, “per non perdere tempo” e la cosa triste sarà che troppi di noi condivideranno la notizia su Facebook, facendo finta di essere tristi, perché non sia mai che si passi per insensibili di fronte alla morte.

 

Da La Spada di Damocle n. 3 – Ottobre 2015

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