di Marika Poletti
“Abortire? Come uccidere un gatto!”
Il corpicino del bimbo? “Io uso un barattolo della marmellata: è un buon motivo per farsi una risata.”
“Serve un colino grande per esaminare ciò che si è aspirato nel boccale versando in esso il contenuto e facendovi scorrere sopra dell’acqua: il sangue coagulato cola via e rimangono solo residui di membrana, di placenta e di embrione.”
Sembra di essere finiti in un girone infernale; invece sono dichiarazioni pubbliche di donne pubbliche, importanti esponenti di questa sgangherata società.
Nell’ordine: Adele Faccio, una delle leader del femminismo italiano, la radicale Emma Bonino e Eugenia Roccella, autrice di quello che viene giustamente chiamato il Mein Kampf dell’aborto militante e clandestino, ora esponente di punta dei cattolici di NCD.
La crudeltà e la risolutezza con cui questo genere di persone affrontano il dramma dell’interruzione volontaria di gravidanza è pari solo alla noncuranza che esprimono nei confronti della salute e dell’esistenza stessa della donna. Lacerare il corpicino del figlio con pinze e lame rudimentali, estrarne i pezzi con una pompa da bicicletta per poi buttarli riciclando un barattolo della marmellata, così per “far ridere” la mancata madre.
Tanto si potrebbe dire a riguardo ma preferiamo chiudere con le parole della stessa Bonino, donna che non si è mai pentita di quanto fatto ma che, all’alba della sua vecchiaia, ricorda così il passato.
“Ho raccontato di aver abortito, non quello che ho provato a farlo. Solitudine, umiliazione, rabbia e un gran bisogno che tutto finisse subito. Quando mi hanno chiesto di scegliere fra le varie tecniche possibili, ho detto: fate voi, non voglio saperne niente. Ero spaventata.” Così spaventata da poi ridursi a provare ad avere un figlio con la fecondazione artificiale, senza mai riuscirci. Così sola, ora, da passare intere giornate –a suo dire- “appallottolata sul divano a piangere”.
Donne contro la vita. Donne contro le donne.
Per approfondire, consigliamo l’articolo “Eugenia Roccella e il Mein Kampf dell’abortismo militante”. Solo per stomaci forti.
Da La Spada di Damocle – Marzo 2016