di Guerrino Soini
Ebbene si, fu tradimento. Almeno così sembra sentendo le numerose testimonianze di chi assicura fatti, telefonate, intrallazzi cui non sarebbe stato estraneo l’allora Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Vorrei, però, far coincidere l’inizio del tradimento di Fini, della causa della destra, all’accettazione dell’ormai famoso “patto del predellino”; in effetti quello fu l’inizio della fine; o meglio il termine di quella spinta ascensionale che Alleanza Nazionale aveva saputo innescare, anche per merito di Berlusconi, nel panorama politico italiano di allora.
L’ingresso nel PDL, dicevo fu l’inizio della fine e il buon Gianfranco dovette accorgersi presto che il fatto di essere stato assorbito da Forza Italia e relegato alla Conduzione della Camera dei Deputati mal si attagliava con i suoi sogni di gloria che, giorno dopo giorno, erano frustrati dall’azione berlusconiana.
Nel frattempo, non so se per la variazione della sua situazione affettiva o per qualche altro motivo, la sua azione politica subiva una decisa sterzata a sinistra, nei suoi discorsi incominciava a farsi strada il rinnegare il suo passato, il dichiararsi antifascista, la vergognosa abiura attuata in Israele dove ha di fatto tradito tutta la sua storia politica, buttato alle ortiche tutte le esperienze ed il vissuto di chi, fino ad allora, lo aveva sostenuto.
In seguito ha rivolto uno sguardo certamente conciliane verso gli immigrati (quelli che otto volte su dieci non hanno diritto ad alcun tipo di aiuto) a favore dei quali ha proposto la cittadinanza a condizioni diverse da quelle finora portate avanti da lui stesso e da tutto il popolo della destra.
La grana della casa di Montecarlo è altro elemento che identifica il personaggio, pronto a sacrificare all’altare dell’interesse personale, suo o di qualche suo congiunto, quel briciolo di dignità che ancora poteva essergli rimasto.
La cacciata di Fini dal PDL ha posto, di fatto, fine alla sua storia politica, quello che era rimasto di AN si è spezzettato in mille rivoli, alcuni stagnanti nel PDL altri diretti verso altre posizioni: lo stesso Fini ha provato, con risultati miserrimi, a fondare Futuro e Libertà che, in una convention in Sicilia ha rimediato il ragguardevole numero di cinquanta partecipanti.
Arrivando a tempi più recenti vediamo come il ribaldo, nell’intento di silurare definitivamente Berlusconi per prenderne il posto, abbia vigliaccamente intrallazzato con l’ex Presidente della Repubblica allo scopo di abbattere l’ultimo governo legittimamente eletto dal popolo. A riprova di quanto sopra esistono testimonianze che non ammettono repliche, ma tutto sta passando sotto silenzio poiché il comunista Napolitano risulta appartenere di diritto alla categoria degli intoccabili.
La Storia, poi, ha una sua giustizia ed i piani del Giuda Gianfranco sono andati, per così dire, a Patrasso. Complice una crisi, a mio avviso creata artificialmente, l’incarico di Governo è stato affidato a Monti, ben visto in ambito europeo (con i bei risultati che abbiamo tutti avuto modo di ammirare) e lui è rimasto, giustamente, con le pive nel sacco; ciò a conferma del fatto che chi attua delle porcherie alla fine se le deve anche aspettare come merce di ritorno … e così è stato.
Sarà ricordato da tutti come “il traditore”, oscurando così quel che di buono avrà anche realizzato. Non si può turlupinare il proprio popolo senza pagarne il conto ed è appunto quello che ora lui sta pagando, anche se vive nell’illusione di una riscossa che non ci sarà.
Da La Spada di Damocle – Aprile 2016