di Marika Poletti
Aprile, per il politicamente corretto, è il mese in cui è fissato il natale della repubblica così come oggi la conosciamo: antifascista ed a sovranità limitata. Quanti convegni, manifestazioni, deposizione di corone ed editoriali si sprecano per accompagnare ciascuno di noi all’arrivo del 25 aprile? Forse addirittura in numero superiore a coloro che concretamente prendono parte a questo genere di incontri.
Parlano di liberazione e, ammantanti da un pezzo di tessuto rosso, arrivano a giustificare qualunque azione sia stata posta in essere sul finire della Seconda Guerra Mondiale –e, come sappiamo, in forme diverse anche nei decenni successivi- pur di sovvertire lo status quo e gettare le basi della rivoluzione sovietica per rendere l’Italia schiava di quella Russia lontana anni luce dall’attuale potenza governata da Vladimir Putin.
Chiedere il riconoscimento dell’onore di coloro che, invece, combatterono per tenere fede alla parola data sarebbe scontato e, da un certo punto di vista, nemmeno corretto: la dignità non è un’etichetta che ti fai conferire da chiunque, soprattutto se il dispensatore dei patentini di legittimità è l’erede di coloro che davanti al proprio dovere fecero un passo indietro.
Settantun anni dopo quel 25 aprile forse è giunto il momento di riprende in mano le sorti della nostra sfortunata terra e proporre noi un “Comitato di Liberazione Nazionale”, per liberarci dell’oppressore del popolo italiano ed iniziare nuovamente a disegnare il nostro futuro.
Liberarci di una classe politica che non rappresenta nessuno e che nessuno ha voluto. Gente che mette a rischio l’esistenza stessa degli italiani, distruggendo il ceto medio e facendo precipitare il proprio popolo nelle baratro delle frizioni sociali, procedendo poi con quella grande sostituzione tanto cara alla president* Boldrini che senza vergogna arriva a dichiarare che “L’Italia è un Paese a crescita zero. Per avere 66 milioni di abitanti nel 20155 dovremo accogliere un congruo numero di migranti ogni anno”.
Chi rappresenta il popolo italiano e scientificamente lo vuole dilaniare non può essere che definito un traditore.
Da La Spada di Damocle – Aprile 2016