di Simone Marletta
Nello scorso numero ci siamo occupati di ideologia gender ora invece torniamo a parlare di tematiche economiche. Questa volta lo facciamo recensendo un testo di un professore di economia, il prof. Bruno Amoroso, il quale negli ultimi anni, a fianco della produzione accademica rivolta agli addetti ai lavori, ha pubblicato anche alcuni libri di denuncia rivolti al grande pubblico.
Tra questi volevo segnalarne uno il cui titolo, provocatorio ed esplicito ad un tempo, è “Figli di Troika – Gli artefici della crisi economica”. L’aspetto che più mi ha colpito di questo testo è la chiarezza con cui il professore critica l’attuale sistema economico, non soltanto sul piano teorico, ma anche andando ad indicare, con tanto di nomi e cognomi, i responsabili dell’attuale crisi economica.
La tesi centrale sostenuta da Amoroso è la seguente: esiste un piano di attacco diretto contro le economie nazionali e questo piano coincide con ciò che generalmente viene chiamato “globalizzazione”. Sbaglia secondo Amoroso chi sostiene che l’attuale crisi economica sarebbe una dimostrazione del fallimento del progetto di globalizzazione. La crisi delle economie europee sarebbe invece, secondo lui, una dimostrazione del pieno successo della globalizzazione, che ha tra i suoi obiettivi proprio quello di distruggere le economie europee e di smantellare il modello di welfare state europeo.
L’ape regina, ossia il centro di elaborazione e di propulsione di questa strategia distruttiva, viene identificato da Amoroso nella banca d’affari statunitense Goldman Sachs, i cui emissari si sono da tempo radicati in Europa (tra i suoi rappresentanti italiani ne citiamo soltanto due: Mario Draghi e Mario Monti). La Troika, ossia la triade “Banca Centrale Europea-Commissione Europea–Fondo Monetario Internazionale”, sarebbe il braccio operativo di cui si serve la finanza apolide per realizzare il suo progetto.
Gli strumenti utilizzati dalla Troika sono sostanzialmente tre: 1- le liberalizzazioni, per aprire i mercati nazionali ad infiltrazioni esterne e renderli più facilmente aggredibili, 2- le privatizzazioni, per mettere le mani, a poco prezzo, sui gioielli delle economie nazionali, 3- la concessione di prestiti ai governi che ignari, oppure complici, consegnano in questo modo le chiavi del potere ai banchieri e agli speculatori.
Sono tesi, come si vede, non particolarmente originali, ma quello che colpisce è che a sostenerle sia un professore universitario e quindi una persona in qualche misura interna al “sistema”. Ciò dimostra, a mio giudizio, che esistono ancora uomini liberi disposti a rischiare qualcosa per dire come stanno veramente le cose. Particolarmente “gustosa” invece è la ricostruzione proposta dal prof. Amoroso della carriera di Mario Draghi, attuale direttore della Banca Centrale europea. Secondo Amoroso in via generale vale questo principio: maggiori sono i danni sociali ed economici rovocarti dagli “incappucciati della finanza”, più grandi e luminose saranno le loro carriere. E Draghi non farebbe eccezione… Dal 1991 direttore generale al Tesoro italiano promosse la privatizzazione del settore bancario, con conseguente nascita delle prime banche d’affari italiane (tra cui il Monte dei Paschi di Siena). Tali banche, dice Amoroso, si sarebbero subito riempite di titoli “tossici”, esponendo i correntisti a grossi rischi. Completata questa opera Draghi si sarebbe preso una pausa andando a lavorare indovinate per chi? Proprio per la
Goldman Sachs (direttore esecutivo per l’Europa dal 2002 al 2005). Quindi sarebbe rientrato nella vita politico-economica italiana nel 2006 in qualità di Governatore della Banca d’Italia (proprio nel periodo in cui scoppia la crisi finanziaria), per approdare infine alla guida della Banca centrale europea (2011).
Ma la finanza internazionale secondo il Prof. Amoroso non utilizza soltanto strumenti economici per realizzare i propri obiettivi. Essa, come ci ha insegnato il Prof. Agostino Sanfratello nello scorso “Campo Nord”, utilizza una strategia di accerchiamento che prevede la presa di possesso dei maggiori centri culturali (Università) e dei più importanti mezzi di comunicazione di massa. Tra le Università italiane in cui si predica il vangelo neoliberista Amoroso cita senz’altro la celebre Bocconi, di cui, non a caso, è stato preside il prof. Mario Monti, mentre nel campo della formazione del consenso egli indica il ruolo fondamentale svolto dalla Commissione Trilaterale e dal Club Bilderberg. Dei membri del primo Amoroso fa un elenco piuttosto dettagliato fra cui spiccano i nomi di Mario Monti, di John Elkann e di Marco Tronchetti Provera.
In conclusione riteniamo che questo testo sia particolarmente utile per farsi un’idea di ciò che è in atto in Europa ed in Italia. In modo molto sintetico il prof. Amoroso va diretto al cuore delle questioni affiancando a ciò, ripeto, una meritoria opera di individuazione delle singole responsabilità individuali dei protagonisti.
Debito pubblico e politiche di austerità sono gli strumenti di tortura con cui l’Europa al servizio delle lobby ci sta stritolando. Contro queste misure è necessario reagire e solo la politica potrà farlo, una politica che evidentemente non si lasci corrompere da queste lobby dedite alla speculazione ed alla spoliazione delle ricchezze dei cittadini comuni.
Da La Spada di Damocle n. 3 – Ottobre 2015