di Walter Rizzetto*
Terra Nostra è un contenitore., un gruppo di persone, un invito.
Penso che negli ultimi anni, anche quelli di Governo, il centro destra italiano abbia commesso gravi errori. Non che siano i soli ad averne commessi, sia ben chiaro, ma quello slancio che le persone della mia generazione hanno vissuto si è andato a spegnere man mano che gli attori di questa commedia, per poca volontà, per troppa sicurezza o forse solo per manifesta incapacità, hanno progressivamente impoverito lo slancio definitivo della nostra Italia in quegli anni. Questo è corrisposto all’allontanamento progressivo di ampie parti di elettorato. Immaginate solo per un attimo cosa sarebbe accaduto con un Governo di centro destra o addirittura di destra in seno ai passaggi che il nostro Paese ha subito verso la, cosiddetta, Unione Europea.
Se un giovane italiano va all’estero può pagare con la stessa moneta di uno tedesco, con la differenza che spesso il nostro connazionale si troverà in difficoltà con la lingua inglese o troverà, parlando di lavoro od impresa, stili ed addirittura condizioni differenti.
Von Hayek dipingeva la democrazia come “libertà economica”, esattamente quella che gli ultimi governanti ci hanno negato, appiattendoci, sconsolandoci.
Troppo spesso la destra, dopo alcuni meritati fasti del passato poco recente, si è fatta ghettizzare ed emarginare entro alvei che le hanno permesso un solo e mero contentino: quello di rappresentare una sola parte nostalgica ed allontanare, grazie ad improbabili leader che nel tempo hanno mostrato ben poco valore, tutta la parte di un elettorato che in modo sano credeva, per l’appunto, in un definitivo rilancio strutturale e stabile nel tempo. Troppe porte girevoli, troppo poco lo stile.
Proporsi in questo momento non è sicuramente semplice. A poche ore da auto candidature di chi invece dovrebbe definitivamente farsi da parte oppure confinati all’ombra di “nuove destre” poco sociali e profonde ma sicuramente carenti di quel contenuti che, al contrario, vorremmo, insieme, rappresentare, approfondire e portare avanti.
Per eseguire un buon lavoro non serve leggere l’ultima agenzia di stampa e reagire come il cittadino farebbe, di sola pancia, mentre ascolta la radio recandosi al lavoro. Poi, quest’ultimo, pensa alla propria giornata mentre la Politica si dovrebbe riservare di risolvere i problemi ed attraverso la proposizione di idee innovative, avere la visione prospettica di almeno qualche anno innanzi a se.
Può un elettore di destra, anche se deluso, rivolgesi a noi per parlarci di diritti, di ambiente, di lavoro?
Sì. Lo può fare. Ma serve quantomeno offrire lui la possibilità di fargli capire come la pensiamo. E questo è un percorso difficile, spesso poco naturale, ma necessario e che deve partire dai territori, dalla strada, da sentimenti, permettetemi, civici. Un solo esempio; ricordo, in primis a me stesso, che la mia prima proposta di legge depositata poco dopo la mia elezione, è scaturita da una lunga chiacchierata con una persona che si occupa, tutti i giorni, di gioco d’azzardo patologico. Ora il Governo ha preso integralmente il primo articolo e probabilmente, me lo auspico, non sentiremo più parlare di pubblicità del gioco d’azzardo in Italia.
Quando un Governo che si definisce di centro sinistra propone misure di centro destra (Imu, Jobs Act…) ecco che si scopre l’acqua calda. Cercando di fare anche il contrario, distinguendo le ideologie ed i diritti, che sono trasversali, dalle sfumature che, ognuno di noi, possiede in termini di convinzioni su come il mondo dovrebbe andare, potremmo apportare una valida innovazione.
E’ arrivato il momento di spiccare il volo e mantenere l’aria per molto tempo e per farlo dobbiamo inevitabilmente e volentieri svincolarci da certe gabbie e proporre un percorso che sia inclusivo e non esclusivo, fatto di persone giovani che siano sorrette dall’esperienza di alcuni e che possano guardarsi l’un l’altra negli occhi senza necessariamente nutrire sospetti sulle proprie, reciproche, integrità. Tutto questo passando, appunto, attraverso delle proposte, magari non troppe, che assieme porteremo avanti. I programmi si lasciano scrivere per poi, spesso, essere disattesi, le idee fanno fatica a morire anche se non incise.
C’è stato un tempo in cui l’antipolitica era necessaria, l’abbattimento del sistema propedeutico al cambiamento. Ora serve ricostruire e lo dobbiamo ai giovani, ai disoccupati, agli anziani, ai nostri profughi connazionali.
La nostra sovranità, in qualunque ambito Voi la possiate intendere, deve essere ancora una volta sottolineata.
La difesa del Made in Italy, necessaria.
Le urgenti risposte da dare al mondo del lavoro, imprescindibili.
La prospettiva da poter fornire ai nostri ragazzi, fondamentale.
La ragionata gestione di questo nuovo esodo di esseri umani, urgente.
Giorgia Meloni una risorsa che potrà solo crescere ed acquisire consensi.
Terra Nostra un percorso parallelo, che apre le maglie e non le restringe proseguendo, in ogni caso, entro il solco che tutti noi conosciamo e rispettiamo.
Un think tank che accompagnerà, chi vorrà farne parte, ad un congresso e che sarà inevitabilmente vissuto come un rilancio, per l’appunto, definitivo e confidiamo stabile.
La Politica è una cosa bella, non lasciamo spazio a coloro che la scrivono con la “P” minuscola.
* Onorevole, Fratelli d’Italia/AN – Terra Nostra
Da La Spada di Damocle n. 5 – Dicembre 2015