Dallas e Fermo: nessuno qui si lasci colpevolizzare

di Gabriele Adinolfi*

Gli Usa non sono l’Europa anche se i geniali sacerdoti della società perfetta senza razze, sessi, idee e gusti, non lo sanno.
Negli States, per lavorare come schiavi, gli africani sono stati condotti in catene dai bianchi che si trovavano lì, ma anche dai mori che li razziavano e dai trafficanti per mare, cosmopoliti, che ce li portavano ammassati nelle stive.
La questione razziale negli Usa è stata prodotta da razzie. Il paradiso terrestre, il modello multirazziale al quale si sono ormai adeguate Belgio, Inghilterra, Russia, Olanda e Francia, ha prodotto odi che non si placano. E tutto si spiega oggi con il malvagio seme razzista e nazista.
I signori dell’antirazzismo non hanno nemmeno idea di cosa parlino. Non sanno, per esempio, che nelle scuole della Germania hitleriana si studiava la condizione della minoranza nera in Usa e si esaltava la cultura amerinda, non conoscono le parole di elogio da parte di Jesse Owens (l’anti-Hitler della propaganda) nei confronti del solo popolo che lo abbia fatto sentire un uomo e non un negro. Non conoscono le affermazioni pressoché identiche di altri campioni afroamericani alle stesse Olimpiadi di Berlino del 1936.
Non hanno la minima idea delle relazioni tra Malcolm X, l’orgoglio della gente nera, e i nazionalsocialisti americani a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, né delle posizioni razziste più che razzialiste di Cassius Clay.

Minnesota e Dallas
Di sicuro gli afroamericani hanno alle spalle un’eredità di soprusi, come i pellerossa, quelli che sopravvivono ovviamente, o come i palestinesi in Vicino Oriente e, come ben presto sarà, per i bianchi in Europa.
Ciononostante non si può generalizzare: oggi come oggi negli odi reciproci di una società multirazziale, di quel paradiso globale degli apprendisti stregoni, le vessazioni e le prevaricazioni si mescolano, non si può liquidare tutto con le responsabilità storiche Wasp.
Comunque l’ultimo caso che ha acceso la miccia all’odio razziale,  l’esecuzione di un automobilista nero in Minnesota da parte della polizia, è difficilmente leggibile come controverso. E la reazione rabbiosa di Micah Xavier Johnson, che, prima di venir fatto esplodere con un robot, ha cecchinato a morte cinque agenti bianchi a Dallas, si comprende perfettamente in questa spirale.
Ma c’è qualcosa che non si può capire né giustificare.

Fermo
Per i nostri media, per il governo, per i commissari del politicamente corretto, l’eccidio di Dallas è un qualcosa che, certo, non doveva accadere, ma lo si comprende perché i neri, poverini, sono esasperati.
A Fermo invece, un ragazzo con simpatie di sinistra, sostenitore del sindaco in carica e, a quanto sembra, già impegnato in aiuto agli immigrati, uccide per effetto di un pugno un nigeriano. Diventa subito nazista e razzista, il suo difendersi da un’aggressione subita si trasforma in omicidio e su tutti gli schermi fanno a gara nell’insultare mezza società e nell’evocare non si sa quale altra accoglienza più ampia di migranti.
Le testimonianze concordano sul fatto che il fermano sia stato aggredito a colpi di palo stradale e che si sia difeso? Ebbene, sulle testimonianze e sui referti medici cala la cappa del silenzio.
Nero è, immigrato è, quindi ha ragione, l’altro ha torto in quanto bianco.
Da queste parti il grilletto del Minnesota spara su di noi.

Seminatori d’odio
Si lasciano invece in pace quelli che oggi hanno preso il posto dei mori e dei mercanti in mare, cioè le associazioni caritatevoli che si rimpinzano del denaro pubblico che ricevono per imporci i nuovi schiavi africani, strappati scientificamente alle loro terre divenute invivibili da quando le Multinazionali hanno scacciato il Colonialismo.
E non si limitano a questo sfruttamento dell’uomo né all’istituzione di quest’inferno d’odi contrapposti: quando l’odio non c’è l’evocano, l’alimentano e persino l’inventano perché è il loro nutrimento quotidiano e la giustificazione dei loro guadagni.
Nessuno si lasci colpevolizzare da questi ciarlatani velenosi! A differenza degli Stati Uniti, noi abbiamo costruito la nostra società con il nostro lavoro e non con le braccia strappate a forza dalle loro terre: queste le stanno strappando oggi – come in fondo anche allora – gli antirazzisti, i progressisti, gli illuminati, quelli che si prendono per la voce di Dio. O della Ragione che in quest’epoca è lo stesso. E che non ha nulla di ragionevole, ma questo è un altro fatto: non bisogna dire che il re è nudo, non potrebbe sopportarlo.

*libero (davvero) pensatore -> visita il sito!

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