Ode all’incoerenza

di Marika Poletti

Tu chiamali, se vuoi, professionisti dell’accattonaggio esistenziale. Individui costantemente quanto progressivamente in saldo; gente che non è nemmeno in grado di vendersi al miglior offerente ma che si accontenta delle prime noccioline che delle compiacenti mani unte gettano loro addosso.

O, più semplicemente, soggetti che soffrono della sindrome del camaleonte, in grado di cambiare aspetto e colore a più riprese non tanto in conseguenza del proprio stato emotivo, come accade nel rettile, ma per meglio adattarsi ad un contesto nuovo.

Ora, se è vero -com’è vero- che l’adattamento è una delle massime forme di intelligenza secondo gli studiosi dell’età evolutiva e, più in generale, dell’evoluzione psichica e relazionale dell’uomo, se non si sta attenti diviene schizofrenia da personalità multipla.

L’incoerenza paga, non v’è dubbio. Paga perché trovi sempre qualcuno pronto a giustificare l’ennesimo triplo salto carpiato adducendo come giustificazione il trito adagio “solo gli stolti non cambiano idea”. Sì, verissimo. Ma tra essere un monolite sempre uguale a se stesso e sembrare una pallina nel flipper c’è pure uno stadio che si chiama stabilità-di-pensiero.

Pensiamo a Trump, Presidente degli USA atteso da tutti coloro che auspicavano in un rinnovato approccio in politica estera degli Stati Uniti -si legga: “Zio Sam, lo conosci il vecchio detto che chi fa gli affari propri campa cent’anni?”. Invece no. Quando The Donald prometteva una svolta isolazionista aveva la stessa credibilità della sottoscritta quando pensa di mettersi a dieta: dopo tre giorni, ci scappa il fritto. Così assistiamo non solo al vergognoso bombardamento della Siria ma anche a minacce di guerra gettate a random sullo scacchiere internazionale.

Guardiamo anche a casa nostra, alla politica locale trentina. C’è chi vota per la chiusura dei punti nascita negli ospedali delle nostre valli per poi andare in piazza a manifestare contro la chiusura stessa. Chi intraprende un tour provinciale per illustrare le meraviglie contenute nella riforma (cosiddetta) Buona Scuola per poi provare a depositare migliaia di emendamenti per bloccarla. Non continuo volutamente nell’elencazione, pur avendo innumerevoli altri esempi da portare, per evitarvi il giramento di testa -e non solo.

Oppure pensiamo al 25 aprile o, meglio, al 29 del medesimo mese a Milano: gli stessi che riempivano le piazze per gli interventi di Benito Mussolini, quel giorno infierirono sul suo cadavere, tanto che un giornale statunitense mise in prima pagina la foto di Piazzale Loreto e quella dei funerali del Presidente Roseevelt titolando “La civiltà italiana e quella americana”. Una lezione che da oltre oceano non avrei voluto ricevere.

Ode all’incoerenza, quindi, al doppiogiochismo ed all’opportunismo. Tanto, una volta scrollata di dosso la polvere, troverai sempre chi ti giudica “più coerente di altri”. Ed io che credevo che la coerenza fosse un valore assoluto che vi è o non vi è.

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